Male circumcision, i.e. the surgical removal of some or all of the foreskin (or prepuce) from the penis, has been associated with a lower risk for HIV infection in international observational studies and in three randomized controlled clinical trials. How can it be explained? Compared with the dry external skin surface, the inner mucosa of the foreskin is thinner than other penile skin, has a higher density of cells which are targets for HIV, and shows greater susceptibility to traumatic epithelial disruptions (tears) during intercourse, providing a portal of entry for pathogens, including HIV. In addition, the microenvironment in the preputial sac between the unretracted foreskin and the glans penis may be conducive to viral survival. Removal of prepuce from the penis causes a transformation of this mucosa which becomes thicker and less susceptible to trauma and infection. It has been shown that male circumcision could reduce male-to-female transmission of HIV, although probably to a lesser extent than female-to-male transmission. Although links between circumcision, culture, religion, and risk behavior may account for some of the differences in HIV infection prevalence, the countries in Africa and Asia with prevalence of male circumcision of less than 20% have HIV infection prevalences several times higher than those in countries in these regions where more than 80% of men are circumcised. Lack of male circumcision has also been associated with sexually transmitted genital ulcer disease and chlamydia, infant urinary tract infections, penile cancer, and cervical cancer in female partners of uncircumcised men. The latter two conditions are related to human papillomavirus (HPV) infection. Male circumcision may represent an effective additional procedure to primarily prevent cervical cancer in women living in African countries, the other being safe sex, vaccination of females and males against HPV.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la circoncisione nel maschio, cioè la rimozione del prepuzio dal pene, si associa ad una diminuzione del rischio di infezione da HIV. Quale ne è il motivo? In effetti, la mucosa del pene che sta all’interno del prepuzio è più sottile della cute esterna del prepuzio stesso, contiene una quantità superiore di cellule che sono il bersaglio del virus HIV ed, essendo più delicata, risulta più suscettibile a microtraumi. Infine il microambiente del sacco prepuziale favorisce la concentrazione del virus. Se invece si rimuove la porzione retraibile di cute e mucosa che riveste il sacco prepuziale, la mucosa sottostante si trasforma diventando più spessa e più simile alla cute. Ciò riduce fortemente il rischio di contrarre l’infezione e di ritrasmetterla. A riprova di ciò è stato osservato che nei paesi in cui la circoncisione è praticata in meno del 20% della popolazione maschile, la prevalenza della malattia è di molto superiore a quella riscontrata nei paesi in cui la circoncisione è praticata in più dell’80% dei maschi. La mancanza di circoncisione favorisce inoltre l’incremento di altre malattie sessualmente trasmesse, come le ulcere genitali, le infezioni urinarie infantili, le infezioni da clamidia, il carcinoma del pene e il carcinoma della cervice uterina nelle partner degli uomini non circoncisi. Queste due forme di carcinoma sono dovute all’infezione da virus papilloma umano (HPV). La circoncisione maschile può rappresentare un ulteriore mezzo per favorire la prevenzione primaria del carcinoma della cervice uterina aggiungendosi alla modifica degli stili di vita e alla vaccinazione contro il virus sia delle femmine che dei maschi.
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