sabato 6 novembre 2010

Patterns of cancer in developed and developing countries



In other posts I have been talking about the differences in rankings between developed and developing (low- and middle-income) countries in both incidence and mortality for cancer. The patterns vary by geography and economic status, which correlate roughly with the causes of cancer in the "environment" in its broadest sense.
The majority of cancers in more developed countries are those associated with more affluent lyfestyles - cancers of the lung, colon and rectum, breast, and prostate. In contrast, cancers of the liver, stomach, esophagus, and cervix - all related directly or indirectly to infectious agents - are relatively more common in developing countries.  The mix of common cancer in females varies as seen in the following table (source: Cancer Control Opportunities in low- and middle-income countries; see website in the list). Click to enlarge:


In developed countries the incidence of tumors of the breast, colon, lung and corpus uteri is higher than in low- and middle-income countries with a ratio, respectively, of 1.23/1; 1.95/1; 1.02/1; and 2.19/1. The mortality of these malignancies, however, is lower than in developing countries: breast 29.8% vs. 42.8%; colon and rectum 49.3% vs. 60.0%; lung 82.5% vs. 86.5%; and corpus uteri 21.32% vs. 33.8%. The higher mortality of these tumors in the developing world is mainly due to a significant delay in the diagnosis of the disease, i.e. the tumor is disclosed in a more advanced stage of progression, when therapy is less effective or useless. Because of these factors, the number of people dying of breast cancer and lung cancer in developing countries is likely to be equal to or even higher than the number of subjects dying of these tumors in the developed world.
In developing countries the incidence of tumors of the cervix uteri, stomach, liver, and esophagus, is much higher than in developed countries with ratios, respectively, of 6.49/1; 1.86/1; 4.08/1, and 8.12/1. The higher incidence of these tumors is broadly explicable by differences in exposure to certain infectious agents (HPV, HBV, HIV, etc) or carcinogens, but it is also strongly related to the lack of primary prevention (vaccination against HPV and HBV), to an ineffective secondary prevention (i.e., screening of carcinoma of cervix uteri), and to the lack of health facilities for early diagnosis and treatment. In fact, it is very frustrating to realize that in developing countries a significant proportion of people dying for cancer were suffering from preventable and/or curable malignancies. It is for this reason that all efforts should be made by the global cancer community to take immediate steps to slow and ultimately reverse the phenomenon.

Ho avuto già occasione di parlare delle differenze in termini di incidenza e mortalità dei tumori nei paesi sviluppati in confronto con quelli in via di sviluppo. Tali differenze si articolano in base alla geografia e alle condizioni economiche e quindi, in generale, alle condizioni ambientali nel senso più largo del termine. In genere, nei paesi sviluppati l'incidenza più elevata di alcune forme tumorali  (carcinoma del polmone, colon e retto, mammella e prostata) è correlata agli stili di vita più seguiti. Nei paesi in via di sviluppo, invece, si osserva una maggiore incidenza dei tumori associati, direttamente o indirettamente, all'esposizione ad agenti infettivi (carcinoma del fegato, della cervice uterina, dello stomaco e dell'esofago). Tutte queste forme tumorali sono molto aggressive ad eccezione, almeno in parte, del carcinoma della cervice uterina. La variabilità di incidenza e mortalità nel sesso femminile sono ben illustrate nella tabella.
Nei paesi sviluppati l'incidenza del carcinoma della mammella, colon, polmone, corpo uterino, è più elevata che nei paesi in via di sviluppo in ragione, rispettivamente, di 1.23/1; 1.95/1; 1.02/1; e 2.19/1.  La mortalità di questi tumori, però, è meno elevata che nei paesi in via di sviluppo: mammella 29.8% vs. 42.8%; colon e retto 49.3% vs. 60.0%; polmone 82.5% vs. 86.5%; corpo uterino 21.32% vs. 33.8%. Tutto ciò è dovuto al ritardo con il quale viene identificata la malattia che preclude l'efficacia delle terapie perchè il tumore si trova in una fase più avanzata. Come diretta conseguenza, la mortalità almeno per cancro della mammella e del polmone è più elevata nei paesi in via di sviluppo anche se l'incidenza è inferiore rispetto ai paesi sviluppati.
Nei paesi in via di sviluppo l'incidenza del carcinoma della cervice uterina, dello stomaco, del fegato, e dell'esofago è molto superiore a quella che si riscontra nei paesi sviluppati, in ragione, rispettivamente, di 6.49/1; 1.86/1; 4.08/1, e 8.12/1. L'incidenza più elevata è riconducibile alla diversa esposizione ad agenti infettivi (HPV, HBV, HIV, ecc) o carcinogeni, ma anche alla totale mancanza di misure di prevenzione primaria (vaccinazioni anti HBV o HPV), o all'insufficienza di misure di prevenzione secondaria (p.es. lo screening per il carcinoma della cervice uterina) e, infine, alla mancanza di strutture sanitarie che consentano una diagnosi precoce con relativo trattamento. E' sconfortante pensare che nei paesi in via di sviluppo la maggioranza dei decessi per cancro sia correlata a tumori prevenibili o curabili se diagnosticati in tempo. Tutto ciò deve rappresentare per la comunità globale che si occupa di cancro un motivo per attivarsi in modo fattivo affinchè tale tendenza venga ridotta o addirittura invertita.

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